Di Pasquale: "Il senatore ridimensionato"

TERAMO – I numeri del congresso al di là della riconferma del coordinamento a Paolo Tancredi aprono una riflessione sugli equilibri interni al partito ma anche una riflessione per le altre forze politiche che guardano alla costruzione delle alleanze in virtù delle vicine elezioni politiche. Questo il dato: per la mozione di riferimento di Gatti che poggiava su 4500 tessere sono stati attributi 2864 voti, per Tancredi che partiva da 9 mila tessere i voti ottenuti sono stati 3822 questo significa che per Gatti ha votato il 63,6% dei tesserati, per Tancredi il 42,4%. La forza dei numeri dunque non ha intaccato la fiducia verso il coordinatore uscente, ma ha premiato il lavoro di Paolo Gatti e della proposta di Emiliano Di Matteo, forte probabilmente anche dell’importante componente della Vibrata. Se è vero è che 900 voti di distacco non sono pochi è anche certo che il peso della mozione di Tancredi, appoggiata dal governatore Gianni Chiodi, dal segretario Enrico Mazzarelli, da tre assessore regionali (Morra, Venturoni e Di Dalmazio) dal sindaco Brucchi e dal presidente della Provincia Catarra non ha “schiacciato” la componente gattiana in misura proporzionale al peso dei grandi sottoscrittori. “Tancredi ne esce ridimensionato – commenta il presidente regionale del Pd, Manola Di Pasquale – se si pensa che la frangia di Gatti era minoritaria. D’altronde è per vero che la competizione non si giocava sulla figura del coordinatore ma sul peso di Futuro In in termini d rappresentanza all’interno del partito. Gatti, superando il 30%, ha sconfitto Tancredi dal punto di vista del confronto politico”. Il cambiamento di questi equilibri potrebbe lasciare nuovi spazi a Fli nel confronto con il governatore Gianni Chiodi che potrebbe aver bisogno di nuove forze? “Come Fli abbiamo già offerto la nostra disponibilità a stare con la maggioranza in sede di approvazione di bilancio, ma noi non abbiamo ricevuto lo stesso rispetto e i nostri assessori sono stati mandati via dalle Giunte a  Chieti, L’Aquila e Avezzano. Noi siamo sempre aperti al dialogo, ma il Pdl deve capire che i tempi stanno cambiando e il delirio di autosufficienza non fa bene al confronto. Al governatore non è mancato il nostro appoggio e altrettanto schiettamente va riconosciuto che questo consiglio regionale è poco produttivo. Basta vedere in sanità quello che accade: i risultati non sono frutto di eccellenza dei servizi ma solo di tagli”.